lunedì 9 dicembre 2019

Il Colibrì

Molto bello, mi è piaciuto tanto. Una storia che attraversa tanti anni della vita di un uomo, una storia solcata da tragedie, incontri e adii. Un invito a pensare che "la vita ti succede". Per quanto tu possa fare, alla fine la vita è questo: ciò che ti accade. E tu stai lì, guardi passare uomini e cose, aspettando il tuo turno. Mi piace la scrittura di Veronesi, molto coinvolgente, moderna, intima. Come ho già avuto modo di dire in altri commenti, Veronesi ha letto D.F.Wallace, e di certo gli è piaciuto. Lo si capisce nel modo di scrivere, in quelle lunghe apnee senza il punto, ben dosate e molto coinvolgenti, drammatiche. Bravo Sandro, un bel libro. Lo consiglierei a chiunque.

"Dovrebbe essere noto, e invece non lo è, che il destino dei rapporti tra le persone viene deciso all'inizio, una volta per tutte, sempre, e che per sapere in anticipo come andranno a finire le cose basta guardare come sono cominciate. [...] Lo sapevamo, per un lucido, breve momento l'avevamo saputo, all'inizio, ma poi, per il resto della nostra vita, non l'abbiamo saputo più."

"Quante persone sono seppellite dentro di noi?"

Sandro Veronesi - Il Colibrì

domenica 24 novembre 2019

Le tre del mattino

Dentro i libri di G.Carofiglio c'è sempre qualche frase che ti resta stampata addosso. C'è sempre molta intensità, anche nella leggerezza.

"...passammo alle confidenze e a un certo punto io confessai di aver pensato al suicidio. Credevo che i miei amici sarebbero rimasti sconvolti. E in un certo senso accadde, ma non per il motivo che immaginavo. Era capitato a tutti..."

"Ci sono momenti che si imprimono nella memoria in modo indelebile, perchè accade qualcosa che cambia come vedi il mondo. In un momento, appunto."

"Non siamo oggettivi, non udiamo tutto ciò che rimbalza sui nostri timpani, non sentiamo tutto ciò che arriva al nostro naso, non vediamo tutto ciò che colpisce le nostre retine. Il cervello decide quali percezioni portare alla consapevolezza e quali informazioni registrare. Il resto rimane fuori, escluso eppure molto presente. In agguato."

Da "Le tre del mattino" di Gianrico Carofiglio.

mercoledì 6 novembre 2019

Spaziotempo, wormhole e tesseratti

Se vi è piaciuto Interstellar di C.Nolan (e sono sicuro che se lo avete visto vi è piaciuto), vi consiglio vivamente questo volume di Kip Thorne, fisico teorico di fama internazionale, che ha collaborato alla realizzazione del film, curando l'approccio del film alla scienza. A differenza della stragrande maggioranza dei film Sci-Fi, Interstellar si propone come una pellicola sì fantascientifica e ambientata nel futuro, ma plausibile e fedele alle conoscenze scientifiche attuali. Grazie anche all'apporto di Kip Thorne il film mostra immagini fedeli a quello che ci dovremmo aspettare di vedere nei pressi di un buco nero o di un wormhole. Le immagini sono state costruite con cura, tenendo conto delle leggi che governano le particelle quando la curvatura dello spazio-tempo è estrema. Il libro è accessibile a tutti, con pochi passaggi un po' ostici che richiedono maggiore concentrazione e impegno, ma ne vale la pena. Si parla della possibilità di viaggiare nello spazio e di sfruttare la potenza dei buchi neri. Persino la parte finale del film, la più complessa e difficile da accettare (per intenderci quella in cui il protagonista ha a che fare con il tesseratto) trova in questo libro una spiegazione plausibile. E' vero che ci muoviamo nel campo delle ipotesi e che queste ipotesi sono talmente estreme che non è possibile verificarle, ma è altrettanto vero che lo facciamo utilizzando le conoscenze che abbiamo e rimanendo nel campo del "possibile". Per me questo film è stata una rivelazione, è bellissimo. Non potevo sottrarmi a questa lettura.

giovedì 17 ottobre 2019

Great Jones Street

Una sensazione di immobilità, di impossibilità a sottrarsi agli eventi. Questa è la sensazione che ho avuto leggendo questo romanzo di De Lillo. La rockstar si isola dal mondo, dalla gente, dal rumore, si chiude in un appartamento in Great Jones Street. Ma l'isolamento fisico non ti isola dalla realtà. Il mondo entra, penetra dalle fessure di porte e finestre. La violenza bussa alla porta ed è un infierire e un procurare dolore totalmente gratuito. Il protagonista subisce passivamente gli eventi, incontra nel suo appartamento  la passione, la tragedia, la noia, la promessa di una nuova droga, il fondamentalismo, la resa.
Non uno dei miei De Lillo preferiti ma merita di essere letto. Sensazioni di smarrimento, inadeguatezza, solitudine... la vita insomma.

lunedì 23 settembre 2019

Fire in Cairo!

Primo disco dei Cure, e primo pezzo dei Cure che adoro:


-traduzione-
L'azzurro svanisce lentamente
Le piccole valli d'oriente
Catturano il sole che muore
Arriva la notte
Silenziosa e nera
La pozzanghera
Riflette il posto solitario
Dove ti incontro
Vedo la tua testa nella luce morente
E nell'oscurità
I tuoi occhi brillano radiosi
Bruciano come fuoco
Bruciano come fuoco in Cairo
Bruciano come fuoco
Bruciano come fuoco in Cairo
Il velo rosso cremisi cangiante
Fianchi di seta
Ondeggiano sotto la mia mano
Labbra turgide
Sussurrano il mio nome
E bramo
Che tu mi prenda tra le tue braccia
Ed inizio a bruciare
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O

Poi il caldo svanisce
Ed il miraggio sfuma
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O
F-U-O-C-O-A-L-C-A-I-R-O

...

Il ramo spezzato

Karen Green, compagna di D.F.Wallace, torna a casa un giorno dal lavoro e trova il marito impiccato a una trave di casa. Dopo alcuni anni scrive una sorta di memoir sul dolore e la perdita. Un libro strano, un misto di frasi, poesia, pensieri, flashback, corredato da immagini/francobollo, creazioni fatte di disegni e parole. Ero restio a leggerlo, pensavo si trattasse di mercificazione, ma sbagliavo.
E' una lettura intensa, dura, commovente, evocativa. Spiazzante e poco significativa però per chi non ha letto e amato Wallace. Requisito fondamentale per provare la giusta dose di empatia, dolore e solitudine è quella di conoscere le opere di Wallace e la sua non facile visione della realtà in cui viviamo. E oltre a leggere le sue opere, prima di avventurarsi in questo libro della Green, consiglierei di farsi un'idea della vita di Wallace e le sue vicissitudini, leggendo magari D.T. Max (ogni storia d'amore è una storia di fantasmi) o David Lipsky (come diventare se stessi). Se vi piace Wallace, leggere questo libro sarà un pugno allo stomaco, un assaggio della disperazione quotidiana di chi ha condiviso parte della sua esistenza con un uomo dotato di una "vista" sopra la media, un bagno di dolore e solitudine. Lo stesso David diceva: mi piacerebbe che la letteratura fosse un antidoto contro la solitudine.
Un paio di frasi tratte dal libro:
"Nella parte della malattia di nella salute e nella malattia non siamo affatto morti di noia nella luce verde sedano della nostra stanza col soffitto aperto e le travi cremose che fermati qui si collegano alle travi esterne sulle quali sono sbocciate le rose fermati qui e dove hai pensato a me o forse hai chiamato il mio nome oppure hai chiamato mamma oppure hai chiamato l'impulso sbagliato o casuale."
"Mi angoscia l'idea di averti spezzato le rotule quando ti ho tirato giù. Continuo a sentire quel rumore. Voliamo via dal mondo, no, come angeliche schegge di proiettile, ma allora perché quaggiù è tutto così pesante?"

martedì 10 settembre 2019

...il lettore diventa Dio

"E' interessante come in genere l'arte ancora si rifiuti di accettarlo, mentre la scienza da ormai del tutto per scontato il fatto che la separazione fra soggetto/osservatore e oggetto/esperimento è impossibile. E' stato dimostrato che osservare un fenomeno quantistico altera il fenomeno stesso. Alla letteratura piace ignorare le conseguenze di questo dato di fatto. Pensiamo ancora che una storia "cambi" le emozioni del lettore, i suoi ragionamenti, forse addirittura la sua vita. Non ci piace l'idea che la storia condivida la sua valenza con il lettore. Ma la vita del lettore "al di fuori" della storia cambia la storia. Si potrebbe dire che influisce soltanto "sulla sua reazione alla storia". Ma queste cose sono la storia. E' qui che il post-strutturalismo di Barth e di Derrida mi ha aiutato di più, come scrittore: una volta che ho finito di scrivere, di base sono morto, e probabilmente è morto anche il testo: diventa puro e semplice linguaggio, e il linguaggio non vive soltanto nel lettore ma attraverso il lettore. Ai fini del testo, il lettore diventa Dio."

giovedì 29 agosto 2019

Non Buttiamoci Giù

"Stavo iniziando a capire una verità basilare sul suicidio: il fallimento offende quanto il successo, e forse suscita ancora più rabbia, perchè non c'è il dolore a placarla."

Non buttiamoci giù
Nick Hornby

giovedì 4 luglio 2019

Il primo uomo

First Man è la biografia di Neil Armstrong, primo uomo a poggiare piede sulla luna. Il libro in sé, soprattutto la prima parte dove è descritta la carriera aeronautica del protagonista, è un tantino pesante. Molto bella invece la seconda parte, dove è descritto lo sforzo ingegneristico della NASA, il sacrificio dei piloti, la volontà di fare la storia, i tentativi, l'allunaggio, il successo. E poi, alla fine, la storia di un uomo sopraffatto dalla notorietà, un uomo che ha fatto una cosa talmente grande che non può più aspirare a qualcosa di più alto ed è costretto a vivere il resto della sua vita nella condivisione di quel ricordo. E' una cosa che mi ha fatto molto riflettere. Anche se Armstrong si è sempre sentito come parte di un progetto (400.000 persone hanno lavorato direttamente o indirettamente per realizzarlo) e ha sempre tentato di puntare i riflettori sul significato di quella missione, ha dovuto subire il peso di essere considerato un eroe. Al di là del lato umano credo che portare l'uomo sulla luna sia stata una cosa fantastica, la cosa più importante che il genere umano abbia fatto. Perché concretizza agli occhi di tutti la possibilità di lasciare la terra. Perché dimostra che l'ingegno umano si può spingere a livelli altissimi e consentirci di lasciare la terra. A molti è sembrato un'inutile spreco di risorse, di vite umane. Io dico che le guerre, che combattiamo come squallidi burattini pilotati da chi detiene il potere economico, queste sì, sono un'inutile spreco di vite e di risorse. La conquista dello spazio è l'unica cosa veramente intelligente che l'uomo può e deve realizzare.

giovedì 23 maggio 2019

In tutto c'è stata bellezza

Un libro che ho letto per caso, reperito grazie alla possibilità offerta da IBS di leggere un'anteprima da recensire e avere così una copia omaggio. Non conoscevo Vilas, è l'unico suo libro che ho letto. Scorrevole e facile da leggere, a volte un po' stanco, ma di una stanchezza che ha a che vedere con quello che lo scrittore propone, cioè un libro sul ricordo, sulla morte dei propri genitori, sugli avi e su tutto ciò che è perduto per sempre ma riecheggia nel presente. C'è il rimpianto di ciò che non si è detto o non si è fatto e c'è la consapevolezza che ciò che è lasciato è perso. Quello che non condividiamo con i nostri genitori è occasione mancata e non torna. A un certo punto ci rendiamoconto che sono quasi degli sconosciuti i nostri genitori, non conosciamo le loro passioni e i loro segreti. I morti ci si ripresentano come fantasmi, spiriti di un passato irrecuperabile, che è però tutto ciò che abbiamo. Siamo fatti solo di ricordi e compiamo azioni solo per poterle ricordare.

giovedì 28 marzo 2019

Guardate le stelle invece dei vostri piedi...


Che dire... Leggetelo! Ogni volta che leggi un libro di Hawking ne esci devastato... e questo non fa differenza. Quest'ultimo ricordo di Stephen non è altro che una raccolta di sue risposte a domande che ognuno di noi si pone: perché viviamo?, esiste un dio?, la razza umana sopravvivrà allo sviluppo tecnologico? ecc.
Probabilmente più accessibile di altri suoi testi divulgativi (che sono comunque sempre scritti per un pubblico di non esperti di fisica teorica) cattura l'attenzione proprio per la pesantezza delle domande. E non aspettatevi risposte accomodanti. Con la giusta dose di ironia Hawking ci apre gli occhi e ci ricorda che gli esseri umani non sono poi così intelligenti se non si chiedono come poter sopravvivere. Ci sono concetti bellissimi in questo libro, sulla relatività del tempo e la sua nascita, sulla composizione dell'universo e sulla sua nascita. C'è un ammonimento a non dare nulla per scontato. La terra verrà devastata da un impatto con un asteroide? Certo, è sono questione di tempo. L'intelligenza artificiale supererà quella del suo creatore? Certo, è sono questione di tempo. L'uomo potrà sopravvivere come specie sul solo pianeta Terra? No, di certo. Dovrà viaggiare nello spazio e trovare altri luoghi. Siamo curiosi, siamo esploratori. Forse è per questo che siamo qui: per andarcene.

lunedì 25 marzo 2019

Ciao Mark

Un saluto a Mark Hollis, che ci lascia e che non dimenticherò mai. Perché ha accompagnato la mia adolescenza e perché ha cantato brani con una potenza drammatica senza eguali nel suo genere. E comunque la capacità di emozionare travalica i generi.
Questo è uno dei miei pezzi preferiti dei Talk Talk.
 
Tomorrow started
Don’t look back until you try
a line so openly a lie,
Outside of you,
it’s just tomorrow starting
I’ve said I’m wrong when I’ve been right.
I’ve seen times when I’ve been sure
but still I find
I’m just the first that you take
are there reasons everybody pays?
They never seem to be any use
They never seem to be any use
it’s just tomorrow starting
Don’t look back until you’ve tried.
With time you’ll endlessly arrive
outside of use,
with just tomorrow starting
See my eyes
tell me I’m not lying.
I’m just the first that you take
are there reasons everybody pays?
They never seem to be any use
They never seem to be any use
It’s just tomorrow starting

giovedì 7 marzo 2019

Nel muro

Non so quanto c'è di autobiografico in questo nuovo romanzo del Mauro nazionale. Parto dal presupposto che ogni opera è in qualche modo autobiografica e per questo resto toccato da tanto astio e tanta violenza. La prima parte del libro l'ho trovata cruda, con concetti troppo volte ribaditi. La seconda parte mi è piaciuta, il mistero si fa fitto, le speranze di redenzione muoiono. Gli uomini sono violenti, vogliono il potere, odiano il qualche modo l'altro sesso, quello forte. Tutto sommato da leggere.

Nel muro - Mauro Corona (Mondadori)

giovedì 21 febbraio 2019

Il tennis è musica

Libri sul tennis ce ne sono tanti, dai tomi enciclopedici di Clerici alle biografie dei campioni, scritte più o meno bene e spesso poco interessanti. Ne ho letti pochi. Due però mi sono piaciuti: Open, biografia di Agassi, e questo "Il tennis è musica" del nostro Adriano nazionale. Un libro piacevole. Capitoli brevi, ognuno dedicato a una figura che ha lasciato il segno nella storia di questo sport. Un libro con quel filo di nostalgia per il tennis più classico, fatto di finezze, di astuzie e non solo di palle scagliate come missili terra-aria. Un ricordo lucido di persone che del tennis hanno fatto la loro vita, ragazzi in lotta con se stessi, ad arrovellarsi in questo sport che più di ogni altro ti mette di fronte alle tue debolezze. Un occhio particolare alle emozioni che ci hanno fatto vivere i campioni di questo sport, una volta più umani, ora più che mai competitivi e, se volgiamo dirlo, meno interessanti. Viva il tennis!

lunedì 14 gennaio 2019

"La tristezza durerà per sempre." V.Van Gogh

Sono andato a vedere il film su Van Gogh, l'ultimo di tanti. Avevo letto qualche lode e molte critiche sulle scelte del regista. Molto della biografia del pittore è tralasciato. Certo, vero, però... c'è un grosso però: ed è che il film mi ha completamente assorbito e trasportato nella tristezza, nella solitudine, nella visione del pittore, dell'uomo, anzi dell'uomo-pittore (perché nel caso di Van Gogh la cosa risulta inscindibile). Un film di un paio d'ore può cogliere solo alcuni aspetti della vita di un uomo. Non c'è tutta la sua vita, certo. Ma c'è tanta passione in questo film, con quelle inquadrature traballanti come la mente del pittore, con quelle scene offuscate nella metà inferiore, come lo sguardo di un uomo che guarda il mondo con le lacrime agli occhi. W.Dafoe è perfetto, incredibile; no è di più. E' Van Gogh. Per me è un film bellissimo, da vedere assolutamente, da ascoltare. Mi sento ancora addosso quegli occhi.

giovedì 10 gennaio 2019

Doctor Sleep

Dopo tanti anni che mi ero ripromesso di farlo, ho letto Shining. Sull'onda emotiva di questo bellissimo thriller ho letto anche il recente seguito "Doctor Sleep". E non sono rimasto deluso. Il confronto è difficile, Shining è un classico, molto più psicologico del suo seguito. Questo è un libro diverso, se possibile più fantasy. Ma un fantasy con i piedi per terra (è un controsenso ma è così), dove l'esistenza di persone con poteri straordinari ed esseri non umani, è tangibile, credibile, magica. Un romanzo on the road, buoni e cattivi, creature lugubri e misteriose. Mi viene di accostarlo un po' a Clive Barker e Neil Gaiman. Un romanzo godibile.