sabato 28 novembre 2020

Helgoland

Helgoland - Carlo Rovelli

"Non siamo che immagini di immagini. La realtà, inclusi noi stessi, non è che un tenue e fragile velo, al di là del quale...non c'è nulla."
Vorrei dire grazie a Carlo Rovelli, che è capace di condensare in brevi saggi (lo aveva già fatto con "sette brevi lezioni di fisica" e "l'ordine del tempo") una quantità enorme di concetti rendendoli accessibili a tutti e perché è capace di stravolgerti l'esistenza mettendoti di fronte a una devastante visione: la visione dell'intero universo, dell'intera realtà come un gioco di specchi. E ti lascia lì distrutto, a pensare che forse esisti unicamente in relazione a qualcos'altro e che tutto il mondo che conosci è solo un intreccio di interazioni senza fine. Quando finisci il libro, non hai capito molto di meccanica quantistica, sei confuso, ma sicuramente ti resta addosso quella sensazione di avere intuito qualcosa di grosso, un modo nuovo di vedere le cose, tutte le cose. Per usare ironicamente i concetti del libro, ti senti in una situazione di sovrapposizione quantistica di "ho capito tutto" e "ho capito nulla" ed entrambe le cose possono essere vere. Non so che parole usare per esprimere cosa si prova (un misto di eccitazione, depressione, stordimento?), posso solo consigliare a tutti di leggerlo questo libro. Leggetelo, vi prego.

martedì 10 novembre 2020

Spillover

 

Spillover - David Quammen

Mi sono letto, un po' a fatica, questo mattoncino di Quammen. Un libro a tratti avventuroso e a tratti pesante se non sei uno del mestiere. Però il testo non richiede di essere degli esperti in virologia, è un libro per tutti, un testo che, in questi tempi di pandemia, ti fa aprire gli occhi su una realtà che pochi conoscono. Siamo continuamente minacciati da virus e batteri; epidemie e pandemie sono sempre dietro l'angolo. Non sono eventi eccezionali. Due cose in particolare mi restano di questo libro. La prima è la figura dello studioso di virologia, zoonosi, genetica, ecc. una figura che ho sempre immaginato in camice bianco dietro un microscopio e che invece scopro essere un avventuroso frequentatore di foreste africane e buie grotte popolate da pipistrelli grandi come gatti, alla caccia di campioni di sangue, escrementi e quant'altro, mettendo a rischio la propria vita per portare in laboratorio tessuti da analizzare. La seconda è la sensazione che il genere umano sia una specie di virus del pianeta terra, ora in fase di massima espansione numerica ma destinato, come ogni virus, a un periodo di forte regressione. Come dire: siamo troppi.