lunedì 26 febbraio 2024

Jump!

1984-2024

Voglio celebrare con un ricordo il quarantesimo anniversario di un disco per me importante. Importante perché quarant'anni fa entravo per la prima volta in un negozio di dischi, avevo tredici anni, presto quattordici, e compravo il mio primo disco anzi, la mia prima musicassetta. Ho consumato quella cassetta con un vecchio mangianastri (all'epoca non avevo nemmeno un walkman) e ancora la ricordo a memoria. Quest'anno, per celebrare questo ricordo, mi accingo ad acquistare una ristampa in vinile di questo disco. Non vedo l'ora di farlo girare e cadere nei meravigliosi ricordi degli anni '80, quando iniziai ad ascoltare la musica. 

domenica 11 febbraio 2024

Settologia I-II

L'altro nome - Ion Fosse

Le vite di Asle e Asle si avvicinano, si toccano, si allontanano, si avvicinano di nuovo, poi si intersecano, come si intersecano le due linee di colore indefinito che Asle ha dipinto nel suo nuovo quadro. Più ci si inoltra nella narrazione e più ci si rende conto che tutto converge "dentro" Asle, in un misto di presente, passato e speranza. Un Asle in formato "multiverso". Mi è tornata alla mente questa parola, che ho letto in qualche saggio sulla meccanica quantistica, e trovo che si adatti perfettamente a quello che si prova navigando questo romanzo. Il fisico Everett, aveva per primo ipotizzato la possibilità che l'osservazione di un evento e la sua misurazione, potessero dare origine a una quantità di universi alternativi o paralleli. Non serve addentrarsi oltre; quello che ci interessa è la teoria secondo la quale si possano vivere vite alternative, vite che, come linee su un foglio, possono avvicinarsi, magari intersecarsi, oppure non toccarsi mai. Leggendo questo libro mi sono ritrovato a pensare che tutte queste vite diverse possono convivere nella nostra mente. Come se ci fosse un "chi siamo", un "chi vorremmo essere" e un "chi potremmo essere". E ancora un "chi eravamo" e un "chi saremo". E nella nostra mente (o nella mente di Asle), tutte queste vite si sovrappongono, convergono, si toccano. La nostra esperienza del mondo è la somma di tutto questo e la parola "realtà" al singolare, perde ogni senso.
Tutto ciò che vediamo è una nostra visione, tutto è di fatto "noi".
Protagoniste del libro sono l'arte (la pittura in questo caso),la fede e il passato.
La pittura è il processo creativo che permette al pittore di trasporre sulla tela la sua visione. Bellissime le descrizioni all'inizio del libro, quando Asle spiega (più a se stesso che a noi) il meccanismo che lo porta a vedere certe immagini in movimento come se fossero ferme, una fotografia che gli si stampa nella mente. E su quella fotografia mentale si sviluppa la fantasia del pittore che ridarà movimento a un'immagine ferma, e ne sarà perseguitato fino a che non se ne potrà liberare trasferendola su una tela bianca.
La percezione del tempo gioca un ruolo fondamentale nel libro di Fosse. Ci sono vari flashback sul passato di Asle, ricordi che costruiscono il suo essere e ne mettono in discussione l'identità. Questo è un punto fondamentale; noi siamo abituati a codificare il tempo con passato, presente e futuro, ma esiste un solo tempo: il passato. Siamo semplicemente costituiti e definiti dai nostri ricordi, non c'è altro.

La prosa di Fosse, come avevo già sperimentato in Melancholia e probabilmente qui ancora di più, è un viaggio senza sosta, un dialogo interiore continuo, un flusso di pensiero, o di memoria, che non accetta interruzioni. Niente pause, poca punteggiatura, insomma un testo che richiede un certo impegno di lettura. Rende al meglio se ci concediamo tempi di lettura un po' lunghi, perché non ci sono capitoli o cambi di argomento e tutto questo frullare di pensieri è come un'onda e, se gli dai il tempo di trascinarti con se e ti lasci trasportare, tutto suona meglio.
Introspezione, sogno, arte.
E' bello lasciarsi leggere da questo libro, proprio bello.

"...in quel momento si sente colmare da una sorta di felicità e pensa che forse da qualche parte esiste un nulla vuoto, una luce vuota e se tutto potesse essere davvero così? immagina, essere una luce vuota? pensa, come sarebbe se esistesse un posto così? nel suo vuoto, nel suo vuoto luminoso? nel suo nulla?"

" ...perché non ero in grado di condividere il suo dolore con lui? condividere la sua sofferenza, ma cosa intendo dire quando ho di questi pensieri? tutto sommato si tratta solo di modi di dire, condividere il dolore, condividere la sofferenza, sono modi di dire, come se fosse facile condividere il dolore, condividere la sofferenza..."

"Rimango semplicemente seduto a guardare in questo nulla vuoto e in un certo senso sono il nulla vuoto che sto fissando."