martedì 24 maggio 2022

La gaia scienza

La gaia scienza - Friedrich Nietzsche

Un testo impegnativo, ma se uno decide di accostarsi ai grandi pensatori, se lo aspetta. Una lettura che concede poca distrazione, ma che, data la forma, può essere fatta anche a piccole dosi. L'errore che fanno in molti è di evitare i testi filosofici perché hanno l'impressione che siano incomprensibili o troppo dispendiosi in termini di tempo e impegno. Ma gli stimoli e le domande che ci regalano questi testi sono fondamentali. In fondo è questo che cerchiamo in tutti i libri che leggiamo e in tutte le esperienze che facciamo. Cerchiamo una risposta alle domande universali, al senso del vivere, al significato di quella che è la nostra esperienza del mondo. Cerchiamo un senso alla "realtà" e alla nostra esistenza. E allora facciamolo uno sforzo in più, ne vale la pena. I filosofi, ancora di più quelli del novecento, più vicini a noi e al nostro modo di vivere e più consci delle scoperte e dei traguardi della scienza, ci aiutano nel nostro tentativo di capire, o almeno ci suggeriscono quali sono le domande. Le risposte spesso mancano, sono ipotesi, possibilità. Risposte certe nessuno le avrà mai, moriremo con le domande che ci frullano in testa, ma questa è la nostra immutabile condanna.

"Mettete alla prova la vita degli uomini e dei popoli migliori e più fecondi, e domandatevi se un albero, che deve crescere superbo in altezza, possa fare a meno del maltempo e della bufera: se inclemenza e contrarietà dall’esterno, se una qualche forma di odio, di gelosia, di caparbietà, di diffidenza, di durezza, di avidità e di violenza non appartenga alle condizioni più favorevoli, senza le quali è a malapena passibile, sia pure nella virtù, un grande sviluppo. Il veleno, che fa perire la natura più fragile, rinvigorisce il vigoroso – per costui non ha neppure il nome di veleno."

"Ciò che sappiamo di noi stessi e conserviamo nella memoria non è così decisivo per la felicità della nostra vita come si pensa. Un bel giorno ci piomba addosso quello che gli altri sanno di noi (o credono di sapere) – e allora riconosciamo che è questa la cosa più potente. È più facile farla in barba alla propria cattiva coscienza che alla propria brutta reputazione."

"Dopo che Buddha fu morto, si continuò per secoli ad additare la sua ombra in una caverna – un’immensa orribile ombra. Dio è morto: ma stando alla natura degli uomini, ci saranno forse ancora per millenni caverne nelle quali si additerà la sua ombra. – E noi – noi dobbiamo vincere anche la sua ombra!"

"L’ordine astrale in cui viviamo è un’eccezione; quest’ordine e la considerevole durata, di cui è la condizione, hanno reso a loro volta possibile l’eccezione delle eccezioni: la formazione dell’organico. Il carattere complessivo del mondo è invece caos per tutta l’eternità, non nel senso di un difetto di necessità, ma di un difetto di ordine, articolazione, forma, bellezza, sapienza e di tutto quanto sia espressione delle nostre estetiche nature umane."

"L’universo non è perfetto, né bello, né nobile e non vuol diventare nulla di tutto questo, non mira assolutamente ad imitare l’uomo! Non è assolutamente toccato da nessuno dei nostri giudizi estetici e morali! Non ha neppure un istinto d’autoconservazione e tanto meno istinti in generale: non conosce neppure leggi. Guardiamoci dal dire che esistono leggi nella natura. Non vi sono che necessità: e allora non c’è nessuno che comanda, nessuno che presta obbedienza, nessuno che trasgredisce. Se sapete che non esistono scopi, sapete anche che non esiste il caso: perché soltanto accanto ad un mondo di scopi la parola «caso» ha un senso. Guardiamoci dal dire che morte sarebbe quel che si contrappone alla vita. Il vivente è soltanto una varietà dell’inanimato e una varietà alquanto rara."

"Siamo costantemente soltanto in nostra compagnia."

"Temo che gli animali vedano nell'uomo un loro pari che abbia perduto in modo estremamente pericoloso il sano intelletto animale, è infatti un animale folle, un animale che ride, un animale che piange, un animale infelice."