lunedì 29 maggio 2023

Il grande cielo

Alberto Rollo - Il grande cielo. Educazione sentimentale di un escursionista.

Leggendo questo libro si percepisce la forte connessione emotiva tra lo scrittore e la montagna, intesa come luogo ma soprattutto come "stile di vita" o "stile di pensiero". Una connessione nata ancor prima di frequentare i luoghi, nata sulla carta, alimentata dall'attesa, l'attesa di poter avere "le scarpe giuste". Ho assistito alla presentazione di questo libro, è stato molto piacevole. Rollo si occupa di libri da una vita e fonde le sue capacità letterarie alla passione per le terre alte. Ha un stile ricercato, che a volte mi richiama Erri De Luca.

"Come siamo poveri, quanto poco ci resta del tanto che abbiamo immaginato. Il Limidario, il Monte Elbrus, gli scarponi, la meraviglia di sapere che un giorno avremmo scavallato un passo o toccato una cima. Non ho mai smesso di immaginare. O forse ho smesso, e quell’eruttare di emozioni ha continuato a lasciare sedimenti, sui quali cammino sensibile al crocchiare che fanno sotto le suole."

"Da dove si guarda il cielo? Come si fa a guardare? Che cosa vediamo quando guardiamo?"

mercoledì 17 maggio 2023

Astenersi principianti

Astenersi principianti - Paolo Milone

Paolo Milone è uno psichiatra genovese che si è fatto conoscere nel mondo della scrittura con "L'arte di legare le persone". Ho avuto modo di ascoltarlo durante un festival dedicato alla letteratura, dove il tema era "il corpo", e dove ha presentato il suo libro "astenersi principianti". Milone è un uomo che ha avuto a che fare con le malattie mentali, col distacco dalla realtà e con la morte. Con questo libro centra un obiettivo importante: parlare alla gente della morte. Alleluia. Ho sempre mal sopportato il fatto che le persone schivino questo argomento. Perché non dovremmo parlare della morte se è l'unica cosa certa che ci attende? Come possiamo decidere come vivere se non abbiamo bene presente che stiamo tutti morendo? Paolo Milone decide di dedicare un libro alla vecchia signora, un libro fatto di frasi, poesie, brevi racconti. Parla della morte con delicatezza e trasporto, come qualcosa di sconosciuto ma tangibile, sempre presente nelle nostre vite (come alternativa imminente alla vita stessa). Sono rimasto colpito dalle tante affinità con ciò che penso del tempo e della percezione della realtà. Mi sento meno solo sotto questo punto di vista.

"Voi preferite vivere come se non esistessi: il vostro pensiero sta alla larga da me come il dito sta lontano dalla fiamma. Posso portare via una persona davanti ai vostri occhi e continuerete a far finta di non vedermi. Io per rispetto sono silenziosa, mi muovo piano lungo i muri. Ma voglio ugualmente chiederti: posso venire qualche volta a trovarti sotto il letto?"

"Se la morte è la fine della relazione con l’altro, non è che solitudine. Se la morte è anche la perdita di noi stessi, non è che il nulla. Della morte è questo che in certi giorni ci spaventa, in altri ci consola."

"Ogni giorno abbandoniamo qualcosa di noi come briciole sulla strada. In questo continuo commiato con noi stessi, si spiega perché talvolta ci intristiamo."

mercoledì 10 maggio 2023

L'uomo del labirinto

L'uomo del labirinto - Donato Carrisi

Ebbene sì, Carrisi è riuscito a fregarmi ancora. Mi ha portato giù nel "buio", in un intricato labirinto, fisico e mentale, mi ha fatto vedere una possibile soluzione, poi mi ha pugnalato con un inaspettato colpo di scena. E' un suo marchio di fabbrica, scopre le carte a poco a poco, e quando pensi di avere una buona mano, rimescola il mazzo. Lode a Carrisi!

"Lui è Dio là sotto, e decide se devi stare bene o male, se devi vivere oppure morire. E ti mette alla prova coi suoi giochi."


martedì 2 maggio 2023

Non è un'esercitazione

Il 21 Aprile ho avuto la fortuna, l'onore, il privilegio, di assistere al concerto di Roger Waters a Bologna. E' una tappa del tour "This is not a Drill", nonché l'occasione di salutare tutti e ritirarsi dalle scene. Sarebbe un peccato, perché Roger è un artista immenso e ha tanto da dire. Il tempo però incombe, l'età avanza e nonostante sia un ottantenne in ottima forma, prima o poi è necessario dire basta. Io non so, sarà che ho sempre amato i Pink Floyd, sarà che sostanzialmente mi trovo sempre d'accordo con i pensieri di Waters e le sue prese di posizione, sarà quello che volete, ma io in quelle due ore abbondanti di concerto sono morto e resuscitato almeno quattro volte. Una carica emotiva così non la sentivo da mai. Tutto il concerto è estremamente trascinante, si spazia dai ricordi al tempo che passa, dalla nostalgia alla consapevolezza, dalla rabbia alla rassegnazione. E' un concerto con una forte vena politica. Roger è incazzato con la feccia che governa il mondo, punta al dito contro i presidenti colpevoli di migliaia di morti in guerra, di soprusi e di calpestare i diritti umani in ogni angolo del pianeta in nome del dio denaro. Le immagini che scorrono sopra ai musicisti, in enormi schermi sono parte integrante della performance, sono angoscianti quando toccano la guerra e la povertà, sono sognanti quando riproducono i filmati di The Wall, e sono commoventi quando ripercorrono il passato musicale di Waters nei Pink Floyd e i suoi ricordi più intimi, personali. Un concerto bellissimo anche solo da ascoltare, ma meglio vederlo. Un concerto che a distanza di giorni ancora mi scuote, non riesco a scollarmelo di dosso. Spero veramente di non scordarlo mai.