martedì 2 maggio 2023

Non è un'esercitazione

Il 21 Aprile ho avuto la fortuna, l'onore, il privilegio, di assistere al concerto di Roger Waters a Bologna. E' una tappa del tour "This is not a Drill", nonché l'occasione di salutare tutti e ritirarsi dalle scene. Sarebbe un peccato, perché Roger è un artista immenso e ha tanto da dire. Il tempo però incombe, l'età avanza e nonostante sia un ottantenne in ottima forma, prima o poi è necessario dire basta. Io non so, sarà che ho sempre amato i Pink Floyd, sarà che sostanzialmente mi trovo sempre d'accordo con i pensieri di Waters e le sue prese di posizione, sarà quello che volete, ma io in quelle due ore abbondanti di concerto sono morto e resuscitato almeno quattro volte. Una carica emotiva così non la sentivo da mai. Tutto il concerto è estremamente trascinante, si spazia dai ricordi al tempo che passa, dalla nostalgia alla consapevolezza, dalla rabbia alla rassegnazione. E' un concerto con una forte vena politica. Roger è incazzato con la feccia che governa il mondo, punta al dito contro i presidenti colpevoli di migliaia di morti in guerra, di soprusi e di calpestare i diritti umani in ogni angolo del pianeta in nome del dio denaro. Le immagini che scorrono sopra ai musicisti, in enormi schermi sono parte integrante della performance, sono angoscianti quando toccano la guerra e la povertà, sono sognanti quando riproducono i filmati di The Wall, e sono commoventi quando ripercorrono il passato musicale di Waters nei Pink Floyd e i suoi ricordi più intimi, personali. Un concerto bellissimo anche solo da ascoltare, ma meglio vederlo. Un concerto che a distanza di giorni ancora mi scuote, non riesco a scollarmelo di dosso. Spero veramente di non scordarlo mai.











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