Il passeggero - Cormac McCarthy
Un libro bellissimo. Un libro che parla di tutto, di noi, della nostra costruzione della realtà. Difficilmente inquadrabile, parte con gli elementi di un romanzo classico, un mistero da risolvere, poi tutto naufraga e inizia un viaggio, una fuga prima fisica (del protagonista) poi mentale, spirituale. I dialoghi tra i personaggi che compaiono nella storia spaziano dalla politica alla metafisica, dalla matematica alla fisica, fino all'amore e alla morte. Su un amore impossibile eppure inevitabile si basa la storia di Western e la sua discesa negli abissi. Incontri, sogni, desideri, si fondono a creare la realtà del protagonista. McCarthy mette in discussione il mondo intero e la realtà diventa un costrutto. Attraverso il linguaggio diamo forma a tutto ciò che vediamo, poi mescoliamo tutto con i nostri sogni e i nostri desideri. Il nostro destino è nelle nostre mani?
"Non diventerai mai ricco vendendo il tuo tempo."
"I morti non possono ricambiare l'amore."
"A prescindere dalla vastità dei tuoi dubbi sulla natura del mondo non puoi concepire un altro mondo senza concepire un altro te."
"La gente fa di tutto per evitare la sofferenza che si merita. Il mondo è pieno di gente che avrebbe dovuto essere più disposta a piangere."
"La storia è una collezione di carta. Qualche ricordo scolorito. Dopo un po’ quello che non è scritto non ha mai avuto luogo."
"Ogni realtà è perdita e ogni perdita è definitiva. Altre non ce n'è. E la realtà che indaghiamo deve prima di tutto contenerci E cosa siamo noi? Dieci percento biologia e novanta percento mormorio notturno."
"Qualsiasi rimedio alla solitudine non fa che rimandarla. E verrà il giorno il cui non ci sarà più nessun rimedio."
"Quando noi e le nostre opere saremo scomparsi insieme a ogni
ricordo che le rievochi e a tutte le macchine in cui quei ricordi potrebbero
essere trascritti e conservati e la terra sarà meno di un pezzo di carbone, per
chi sarà una tragedia tutto ciò? Dove sarà rinvenuta quest’esistenza? E da chi?"
"Ovviamente dei credo un essere umano ce li ha. Ma io non
credo ai fantasmi. Credo nella realtà del mondo. Più dura e scoscesa è la china più crediamo. Il mondo è qui. Non è altrove. Non credo negli aggiramenti. Credo
che i morti siano nella terra. Forse un tempo ero come il vecchio Pau.
Aspettavo che Dio si facesse sentire e lui non l’ha mai fatto. Lui però ha
continuato a credere e io no. Mi guardava e scuoteva la testa. Diceva che una
vita senza Dio non ti prepara a una morte senza Dio. A questo non so
rispondere."
"Esiste l’odio di massa e il cordoglio di massa. La vendetta
di massa e il suicidio di massa addirittura. Ma non c’è il perdono di massa. Ci
sei solo tu."
"L’aveva visto un’ultima volta in sogno. Il monello di Dio
che arrancava ammantato e bofonchiante sull’arido valico di qualche anonima
landa desolata dove il mare gelido e siderale ribolle e si frange e le tempeste
arrivano ululanti da quel nero e ondulante alkaest. Arrancando sui ciottoli
dell’universo, le spalle sottili rivolte ai venti stellari e il risucchio di
lune aliene scure come pietre. Un solitario percorritore di lidi che affretta
il passo contro la notte, piccolo e impavido e senza amici."