lunedì 19 dicembre 2022

Estensione del dominio della lotta

Estensione del dominio della lotta - Michel Houellebecq

Il mio primo contatto con Houellebecq. La caduta di un uomo nell'apatia, la sua inutile lotta contro la noia, il non senso della vita, la depressione. La resa di fronte all'inutilità del tutto. 
Houellebecq ricorda un po' gli esistenzialisti, e un po' scrittori come De Lillo, Wallace, con quella prosa che vira improvvisamente dallo schietto e tagliente gergo dei giorni nostri alla ricercatezza letteraria di altri passaggi.
Leggerò altri suoi libri.

"Sotto i nostri, occhi il mondo si uniforma; i sistemi di telecomunicazione progrediscono; l'interno dei nostri appartamenti si arricchisce di nuovi congegni. Le relazioni umane divengono progressivamente impossibili, fatto che in proporzione riduce la quantità di aneddoti di cui si compone una vita. E a poco a poco appare il volto della morte, in tutto il suo splendore. Il terzo millennio si annuncia proprio bene."

"Ho vissuto talmente poco che ho la tendenza a immaginare che non morirò; si direbbe inverosimile che una vita umana si riduca a così poca cosa; si immagina, magari controvoglia, che prima o poi qualcosa dovrà pur succedere. Grosso errore. Una vita può benissimo essere al contempo vacua e breve. I giorni scorrono miseramente, senza lasciare traccia né ricordo; e poi, di colpo, si arrestano."


venerdì 9 dicembre 2022

America (o il disperso)

Franz Kafka - America

Il primo e incompiuto romanzo di Kafka, pubblicato postumo e ribattezzato "Amerika", si intitolava in realtà "Il disperso". E in effetti "disperso" da più l'idea della condizione nella quale si viene a trovare il protagonista Karl. Il nome del protagonista inizia con la K, non è un caso; sarà così per tutti i protagonisti dei romanzi di Kafka, quasi a sottolineare che questi personaggi altro non sono se non una delle tante incarnazioni dello scrittore. Karl è sopraffatto dalla vita e dagli eventi, in un continuo su e giù di emozioni e scossoni. Prima cacciato dall'Europa per una colpa alquanto blanda, poi accolto e salvato dallo zio americano, poi nuovamente abbandonato a se stesso, maltrattato e sfruttato da una coppia di mascalzoni. L'odissea di Karl sembra non avere un approdo, e non l'avrà, perché il romanzo non è finito e la storia di Karl resta sospesa nelle probabilità. L'ultimo capitolo, parziale, che ci è dato di leggere si intitola "Il teatro naturale di Oklaoma". E qui resto spiazzato, perché quest'ultima parte data in pasto a noi lettori lascia aperte molte possibilità sulla piega che avrebbe preso la storia. E' il capitolo più strano del libro, onirico direi, nel quale improvvisamente la storia volge al meglio, i peccati sembrano perdonati, nuove possibilità si aprono e inizia un nuovo viaggio con la promessa di un lavoro per tutti. Karl arriverà a un centro di reclutamento per il teatro, in un luogo che non sembra un teatro; un luogo dove tutti vengono sfamati e dove a tutti viene promesso un lavoro, qualsiasi siano le capacità di ognuno e senza tener conto della condotta di vita precedente. Si tratta di un luogo reale? O siamo in un sogno, in un mondo idealizzato dal protagonista? E' una svolta voluta o dietro si nasconde qualcosa? Si ha sempre l'impressione che ci sia del "non detto" e che qualcosa si celi dietro le tante buone speranze.