venerdì 9 dicembre 2022

America (o il disperso)

Franz Kafka - America

Il primo e incompiuto romanzo di Kafka, pubblicato postumo e ribattezzato "Amerika", si intitolava in realtà "Il disperso". E in effetti "disperso" da più l'idea della condizione nella quale si viene a trovare il protagonista Karl. Il nome del protagonista inizia con la K, non è un caso; sarà così per tutti i protagonisti dei romanzi di Kafka, quasi a sottolineare che questi personaggi altro non sono se non una delle tante incarnazioni dello scrittore. Karl è sopraffatto dalla vita e dagli eventi, in un continuo su e giù di emozioni e scossoni. Prima cacciato dall'Europa per una colpa alquanto blanda, poi accolto e salvato dallo zio americano, poi nuovamente abbandonato a se stesso, maltrattato e sfruttato da una coppia di mascalzoni. L'odissea di Karl sembra non avere un approdo, e non l'avrà, perché il romanzo non è finito e la storia di Karl resta sospesa nelle probabilità. L'ultimo capitolo, parziale, che ci è dato di leggere si intitola "Il teatro naturale di Oklaoma". E qui resto spiazzato, perché quest'ultima parte data in pasto a noi lettori lascia aperte molte possibilità sulla piega che avrebbe preso la storia. E' il capitolo più strano del libro, onirico direi, nel quale improvvisamente la storia volge al meglio, i peccati sembrano perdonati, nuove possibilità si aprono e inizia un nuovo viaggio con la promessa di un lavoro per tutti. Karl arriverà a un centro di reclutamento per il teatro, in un luogo che non sembra un teatro; un luogo dove tutti vengono sfamati e dove a tutti viene promesso un lavoro, qualsiasi siano le capacità di ognuno e senza tener conto della condotta di vita precedente. Si tratta di un luogo reale? O siamo in un sogno, in un mondo idealizzato dal protagonista? E' una svolta voluta o dietro si nasconde qualcosa? Si ha sempre l'impressione che ci sia del "non detto" e che qualcosa si celi dietro le tante buone speranze.

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