mercoledì 16 dicembre 2020

Tabula Rasa

Clean - Tabula Rasa - Glenn Cooper

E se un giorno perdessimo tutti la memoria? Saremmo in grado si sopravvivere?
In tempo di pandemia ho scelto questo romanzo di Glenn Cooper, di cui non avevo mai letto nulla. Mi è piaciuto, ben scritto, incalzante. L'idea è nuova: se in Cecità di Saramago gli uomini perdevano la vista, qui proviamo a indagare le conseguenze della perdita di memoria. Anche qui ci sarà qualcuno immune alla malattia e i destini di questi uomini si incroceranno con la folla degli infetti. Come nella vita vera uscirà il peggio di cui gli esseri umani sono capaci.

sabato 28 novembre 2020

Helgoland

Helgoland - Carlo Rovelli

"Non siamo che immagini di immagini. La realtà, inclusi noi stessi, non è che un tenue e fragile velo, al di là del quale...non c'è nulla."
Vorrei dire grazie a Carlo Rovelli, che è capace di condensare in brevi saggi (lo aveva già fatto con "sette brevi lezioni di fisica" e "l'ordine del tempo") una quantità enorme di concetti rendendoli accessibili a tutti e perché è capace di stravolgerti l'esistenza mettendoti di fronte a una devastante visione: la visione dell'intero universo, dell'intera realtà come un gioco di specchi. E ti lascia lì distrutto, a pensare che forse esisti unicamente in relazione a qualcos'altro e che tutto il mondo che conosci è solo un intreccio di interazioni senza fine. Quando finisci il libro, non hai capito molto di meccanica quantistica, sei confuso, ma sicuramente ti resta addosso quella sensazione di avere intuito qualcosa di grosso, un modo nuovo di vedere le cose, tutte le cose. Per usare ironicamente i concetti del libro, ti senti in una situazione di sovrapposizione quantistica di "ho capito tutto" e "ho capito nulla" ed entrambe le cose possono essere vere. Non so che parole usare per esprimere cosa si prova (un misto di eccitazione, depressione, stordimento?), posso solo consigliare a tutti di leggerlo questo libro. Leggetelo, vi prego.

martedì 10 novembre 2020

Spillover

 

Spillover - David Quammen

Mi sono letto, un po' a fatica, questo mattoncino di Quammen. Un libro a tratti avventuroso e a tratti pesante se non sei uno del mestiere. Però il testo non richiede di essere degli esperti in virologia, è un libro per tutti, un testo che, in questi tempi di pandemia, ti fa aprire gli occhi su una realtà che pochi conoscono. Siamo continuamente minacciati da virus e batteri; epidemie e pandemie sono sempre dietro l'angolo. Non sono eventi eccezionali. Due cose in particolare mi restano di questo libro. La prima è la figura dello studioso di virologia, zoonosi, genetica, ecc. una figura che ho sempre immaginato in camice bianco dietro un microscopio e che invece scopro essere un avventuroso frequentatore di foreste africane e buie grotte popolate da pipistrelli grandi come gatti, alla caccia di campioni di sangue, escrementi e quant'altro, mettendo a rischio la propria vita per portare in laboratorio tessuti da analizzare. La seconda è la sensazione che il genere umano sia una specie di virus del pianeta terra, ora in fase di massima espansione numerica ma destinato, come ogni virus, a un periodo di forte regressione. Come dire: siamo troppi.

giovedì 10 settembre 2020

La nausea

 

Jean-Paul Sartre - La Nausea

Ho letto "La nausea" di Sartre incuriosito da un capitolo che Recalcati dedica a questo libro nel suo saggio "A libro aperto - una vita è i suoi libri". Da quelle poche pagine ho avuto la sensazione che il libro di Sartre contenesse molte riflessioni sull'esistenza, tante di queste vicine al mio modo di percepire le cose. Riflessioni spesso scomode e deprimenti, ma all'apparenza vere. Per fortuna mi sono lasciato convincere e ho acquistato il libro. E' stata una lettura lunga (il libro non è lungo ma mi ha richiesto molto tempo, spesso potevo leggerne solo poche pagine per poi fermarmi a riflettere) e in un certo modo piacevole. Molte frasi di Sartre ti si scrivono addosso, molti suoi pensieri sono già tuoi pensieri, solo accantonati e nascosti perché scomodi o poco compatibili con una vita serena. Alla fine è così: meno perché ti poni e più stai sereno. Ma se abbiamo una vita non vale la pena provare a chiederci il perché? Che significato ha l'esistenza? E noi, in quanto soggetti che ci poniamo la domanda? E gli oggetti, il passato, gli altri? "Ogni esistente nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione." ci dice Sartre... come dire: veniamo al mondo senza un motivo, viviamo perché non abbiamo la forza di opporci, moriamo per caso, senza lasciare traccia.

Qualche frase che mi ha colpito e che voglio ricordare:

"Questo è il tempo, né più né meno che il tempo, giunge lentamente all'esistenza, si fa attendere, e quando viene si è stomacati perché ci si accorge che era già lì da un pezzo."

Qualcosa comincia per finire. L'avventura non si lascia mettere appendici, non acquista significato che con la sua morte. E verso questa morte, che magari sarà anche la mia, io sono trasportato senza ritorno."

"La vera natura del presente si svelava: era ciò che esiste, e tutto quel che non avevo presente non esisteva. Il passato non esisteva."

"Il vero mare è freddo e nero, pieno di bestie; striscia sotto questa sottile pellicola verde, fatta apposta per ingannare la gente. I silfi che mi circondano ci son cascati: non vedono altro che la sottile pellicola, essa è la prova dell’esistenza di Dio. Ma io vedo quello che c’è sotto!”

"Un uomo è sempre un narratore di storie, vive circondato delle sue storie e delle storie altrui, tutto quello che gli capita lo vede attraverso di esse, e cerca di vivere la sua vita come se la raccontasse."

"C’era un povero diavolo che s’era sbagliato di mondo. Esisteva, come gli altri, nel mondo dei giardini pubblici, delle bettole, delle città commerciali e voleva persuadersi che viveva altrove, dietro la tela dei quadri, con i dogi del Tintoretto, con i gravi fiorentini di Gozzoli, dietro le pagine dei libri, con Fabrizio del Dongo e Julien Sorel, dietro i dischi fonografici, con i lunghi lamenti secchi del jazz. E poi, dopo aver fatto ben bene l’imbecille, ha capito, ha aperto gli occhi, e ha visto che c’era stato uno sbaglio: era in una bettola, per l’appunto, davanti ad un bicchiere di birra tiepida. È rimasto accasciato sul sedile, ed ha pensato: sono un imbecille."

"E' dunque questa la nausea: questa accecante evidenza? Quanto mi ci sono lambiccato il cervello! Quanto ne ho scritto! Ed ora lo so: io esisto - il mondo esiste - e io so che il mondo esiste. Ecco tutto. Ma mi è indifferente. E' strano che tutto mi sia ugualmente indifferente: è una cosa che mi spaventa."

Ritengo che le due frasi che seguono costituiscano il riassunto perfetto e stringato della Nausea di Sartre:

"Tutta la mia vita è dietro di me."


"Ogni esistente nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione."


Vale a dire:
Veniamo al mondo senza un motivo, 
viviamo perché non abbiamo la forza di opporci,
moriamo per caso, senza lasciare traccia.



martedì 25 agosto 2020

La congregazione

 

"La Congregazione" è un thriller di Alessandro Perissinotto e il primo suo libro che leggo. Ambientato a Frisco, Colorado, narra la storia di una donna che riscopre forzatamente il suo buio passato. Mi è piaciuto in questo romanzo l'accostamento romanzo/verità. La vita della protagonista e i fatti che si svolgono nel presente sono finzione, romanzo, mentre il passato che riaffiora nei ricordi della donna è una triste realtà storica ed è una delle più gradi stragi americane dell'ultimo secolo. Consigliato.

La sonata a Kreutzer

E' un romanzo breve, per me primo assaggio di Tolstoj. E' un lungo monologo che si svolge sulla carrozza di un treno, dove un uomo racconto il suo sprofondare nella gelosia e il suo malato rapporto con la moglie e con il sesso in generale. L'unico modo per non vivere una vita infelice e schiava del desiderio è l'astinenza dal sesso. Questo è il pensiero dello scrittore, nelle vesti di convertito fondamentalista. 

"È sorprendente quanto grande, totale possa essere l'illusione che nella bellezza c'è il bene." Lev Tolstoj - La sonata a Kreutzer


martedì 28 luglio 2020

...siamo noi a essere letti

Massimo Recalcati - A libro aperto (una vita è i suoi libri)

E' un libro che parla di libri e del rapporto, dello scambio, che si instaurano tra il lettore e l'opera. Molto bello il concetto, sottolineato da Recalcati, di "essere letti" dal libro. In un certo modo non leggiamo il libro ma ci facciamo leggere dal testo. Un libro riletto a distanza di anni ci da sensazioni ed emozioni diverse, addirittura contrastanti; possiamo trovarci cose che non avevamo colto. Ma il libro non è cambiato, siamo noi lettori ad essere diversi. La lettura ci cambia nel momento in cui è capace di tirare fuori da noi idee e sensazioni sepolte nel passato, nell'inconscio. E' grazie al libro scritto da un'altra persona che possiamo far riemergere e riscoprire queste sensazioni. Leggiamo noi stessi attraverso la lettura.

venerdì 10 luglio 2020

Viviamo in un sogno

Noi siamo come il ragno.
Intrecciamo la nostra vita e poi ci muoviamo lungo di essa.
Siamo come il sognatore
che sogna e poi vive nel sogno.
Questo è vero per l'intero universo.

Twin Peaks, David Lynch e la filosofia.

Un bel libro per approfondire il rapporto tra l'opera di Lynch e la filosofia, con buoni spunti di riflessione.

martedì 30 giugno 2020

La linea d'ombra

In questo romanzo breve Joseph Conrad mette in scena l'iniziazione di un uomo. L'iniziazione al comando e l'iniziazione alla vita adulta, intesa come consapevolezza della morte. La linea d'ombra del titolo è intesa come quella linea che separa l'adolescenza, con la sua irruenza e spensieratezza, dalla vita adulta, con le sue domande senza risposta. L'attraversare la "linea" porterà al protagonista la decisione di abbandonare la sua vita da marinaio e di intraprendere il viaggio verso casa, con poche aspettative e pochi programmi. Tuttavia un evento fortuito lo porterà al comando di un veliero diretto a Singapore. Quasi una nave fantasma, dove aleggia lo spirito del vecchio capitano, impazzito e morto, con l'equipaggio colpito da febbre, e con lo scafo imprigionato nell'acqua ferma dalla totale assenza di vento. Alla fine la nave arriverà alla meta, ma il viaggio del capitano non sarà tanto uno spostamento geografico quanto un oltrepassare la "linea d'ombra" e fare i conti con la caducità umana. Consigliato.
Joseph Conrad - La linea d'ombra

lunedì 25 maggio 2020

La mattina dopo

La mattina dopo - Mario Calabresi

Mario Calabresi scrive un libro veloce, fatto di alcune storie, qualcuna personale, qualcun'altra raccontata. E' un libro che scorre via rapido ma ha una sua profondità. Il comune denominatore dei racconti è il concetto di "mattina dopo", ed è molto interessante. In effetti, come dice Calabresi, la nostra storia è solcata da "mattine dopo". La mattina dopo un lutto, la mattina dopo una grossa delusione, la mattina dopo un importante scoperta, la mattina dopo un divorzio, la mattina dopo la realizzazione di un sogno. E, aggiungo io, la mattina dopo l'aver realizzato che dobbiamo morire. Cosa resta la mattina dopo? Da dove si riparte?

giovedì 21 maggio 2020

Laura è la chiave


Finito. Credo che mi riprenderò tra qualche mese, o forse mai più. Ho sognato un posto che si chiama Twin Peaks, un luogo dove puoi sognare ed essere sognato.
La terza stagione della creatura di David Lynch è talmente complessa da far passare le prime due stagioni come acqua di rose. Se ci sembrava complesso dare un senso a quello che accadeva nella seconda stagione, sembrerà impossibile anche solo avvicinarsi a un barlume di razionalità in questa terza stagione. D'altronde non è previsto che a tutto si possa dare una spiegazione, probabilmente non ve la saprebbe dare nemmeno Lynch. Questo non significa che non si capisca nulla, ci sono vari indizi che ci traghettano nella visione a più dimensioni di Lynch. Come per le prime stagioni la storia alterna eventi delle vita reale (reale?) a incontri con i personaggi che popolano le "logge". In questa terza stagione si aggiunge uno sdoppiamento temporale. Non spoilero nulla, dico solo che alla fine, con un po' di attenzione ai dettagli e alle immagini, si possono mettere insieme un po' di pezzi e farsi un'idea del puzzle. Dico "farsi un'idea" perché molte cose restano sospese, incomprensibili, interpretabili in vari modi...così com'è la vita. Molti personaggi compaiono e scompaiono, apparentemente slegati dalla trama principale, e sicuramente molti non apportano elementi utili al nostro tentativo di capire. Tutti però hanno un ruolo nel creare un mondo dove la violenza e il male sono inevitabili, in quanto parte dell'uomo. La violenza gratuita e il male sono costantemente presenti: a volte sono davanti ai tuoi occhi, a volte non li vedi, ma sono sempre lì. Vale la pena lasciarsi trasportare dalle immagini, spesso surreali, dalla musica, che ha un ruolo importante, dal lento scorrere degli eventi, a volte talmente lento che assopisce, e non sforzarsi di voler dare un senso a tutto ad ogni costo. Ci sarà tempo per questo, più avanti, o più indietro... "Ma che anno è questo?"


mercoledì 13 maggio 2020

Educazione Siberiana

Nicolai Lilin - Educazione Siberiana
E' un libro ambientato nella comunità criminale di origine siberiana insediata in Transistria e sulla formazione e iniziazione di un giovane ai principi della tradizione criminale. I ragazzi vivono la loro adolescenza tra crimini, risse e coltelli, imparando dai vecchi le regole della "onesta criminalità". E' un paradosso, in parte assimilabile alle regole non scritte della mafia italiana. Il ragazzo dovrà provare sulla sua pelle le botte, la prigione, la violenza, la rabbia, la paura, prima di rendersi conto che forse la vita non rispetta le regole dell'educazione siberiana. Non so quanto c'è di autobiografico in questo romanzo. Da quel che ho capito, molte sono esperienze personali, altre sono racconti di storie vissute, più o meno romanzate dallo scrittore. E' un libro che si lascia leggere con facilità e alla fine, quanto il protagonista da un'occhiata al mondo "normale", ti lascia l'amaro in bocca.

domenica 19 aprile 2020

La Ratta

"Voi uomini c'eravate una volta. Siete dei fu, un ricordo di follia. Mai più daterete. Spenta ogni prospettiva... In futuro nient'altro che ratti." 
Davvero un osso duro questo libro. E' difficile parlarne, ancor di più azzardare un giudizio. Troppa carne al fuoco, troppo sconnesso, semplicemente troppo... Premetto che non conoscevo Gunter Grass e probabilmente partire da questo libro è stato avventato. Difficile anche dire se mi è piaciuto. Mi è piaciuto il messaggio, la sensazione di caos, la provocazione, il senso di impotenza di fronte a un destino immutabile: la fine della razza umana. Ho mal sopportato invece l'assoluta mancanza di una direzione, di una storia sopra le altre. Un uomo, in volo su una capsula spaziale, conversa in sogno con un ratto e da lui apprende l'estinzione del genere umano e i particolari della fine. Una guerra nucleare uccide ogni forma di vita, tranne i ratti, che grazie alle loro capacità trovano un modo per resistere alla distruzione. "Siamo sopravvissuti anche al diluvio universale, nonostante dio ci abbia negato l'accesso all'arca" dirà la Ratta all'uomo. Questo mi pare il filo conduttore, ma si intrecciano altre storie/sogno: un bosco incantato o disincantato, personaggi delle favole stravolgono i loro ruoli, cinque donne navigano alla ricerca di qualcosa, un pittore mostra il suo ingegno. I personaggi sono ambigui, sognano o sono sognati. Manca la terra sotto i piedi, non si sa a cosa ancorarsi. La distruzione del genere umano e il caos sembrano invadere anche il romanzo, trasformandolo in un guazzabuglio di storie strampalate. Però c'è questa cosa che scava: un uomo sogna un ratto ed è sognato lui stesso dal ratto. Solo questa frase vale la lettura. Un piccolo estratto in versi:

I nostri sogni si annullano.
Entrambi ben desti siamo
confrontati l'un l'altro
fino all'esaurimento.

Sognai un uomo,
disse il ratto che mi viene in sogno.
Lo catechizzai finché credette,
mi sognò e disse nel suo sogno: il ratto
del quale io sogno crede di sognarmi;
ci leggiamo così negli specchi
e c'interroghiamo.

Ma se per caso entrambi,
il ratto e io
fossimo un sogno
di una terza specie?

Alla fine, esaurite le parole,
vedremo che cosa è reale
e non solo umanamente possibile.

...Caro Gunter, mi hai fatto sudare.

martedì 7 aprile 2020

American Psycho

American Psycho - Bret Easton Ellis

Un inno alla superficialità. Un libro crudo, pieno di leggerezza, sangue, erotismo, culto del nulla. Ma non è tutto come sembra. Un giovane yuppy, bello, ricco, psicotico, passa le giornate tra il lavoro, la palestra, i più costosi ristoranti di Manhattan, i locali più "in". Sesso, alcool, cocaina, coltelli, asce, violenza gratuita. All'inizio ho fatto fatica a seguire, il tutto sembra girare intorno agli abiti di lusso, intere pagine su dettagliate descrizioni di capi firmati e prodotti per la cura del corpo. Ma piano piano si entra nella logica del protagonista, impersonificazione della leggerezza e della superficialità con cui si attraversano le vicende della vita. Un abito firmato, una bottiglia di champagne, la testa segata via a una prostituta, sono vissuti alla pari. Una continuo alternarsi tra l'ostentazione di ciò che si possiede e il desiderio di ciò che non si ha; tra come ci si mostra agli altri e come si vorrebbe essere. Il protagonista è un broker di successo dedito al lusso o un serial killer? O entrambe le cose? Anzi no, forse è un broker che sogna di essere un serial killer,oppure un massacratore di donne che sogna di essere un ricco yuppy newyorkese... Nel libro non c'è una vera spiegazione, ci sono tracce, situazioni strane, cose che non tornano, ognuno si fa un'idea. Un libro che ho giudicato male all'inizio ma che si è riscattato durante la lettura. Certo un libro spinto, non adatto ai ragazzi. Dico sempre che in tutti i libri c'è l'autore, la sua visione delle cose, della vita, più o meno celata. Beh, dopo aver letto questo, caro Bret, sono felice di non dover uscire a bere qualcosa con te...

giovedì 26 marzo 2020

Stoner

Stoner - John Williams

Un uomo povero, contadino negli anni 30, si dedica alla studi e diventa professore universitario. Si sposa, lavora, invecchia, muore. Non è una storia di riscatto, non c'è eroismo in Stoner. Non succede nulla di strabiliante, non ci sono colpi di scena eclatanti. Quello che succede a Stoner è la vita. Gli succede di innamorarsi della letteratura, non è lui che lo decide. Gli succede di innamorarsi di una donna e ancora di più di un'altra donna. E non può farci nulla. Attraversa la povertà, la guerra, l'umiliazione e ne esce aggrappandosi alla letteratura e allo studio.  Subisce ricatti, soffre, gioisce, vive. È, secondo me, l'impersonificazione di un concetto in cui credo e  che condivido: la vita ti succede.
Molte pagine di questo libro ti restano incollate addosso per un bel po'. Le ultime pagine sono strazianti e indimenticabili.

Frasi:

"Ci sono guerre, sconfitte, vittorie della razza umana che non sono di natura militare e non vengono registrate negli annali della storia."

"I moribondi sono egoisti. Vogliono il momento tutto per loro, come i bambini."

martedì 17 marzo 2020

2666

Roberto Bolano - 2666
-La parte dei critici
-La parte di Amalfitano
-La parte di Fate
-La parte dei delitti
-La parte di Arcimboldi

Lungo, impegnativo, ma da leggere. Cinque storie che possono essere lette praticamente in qualsiasi ordine. Sono storie indipendenti ma, come dire, si toccano, quasi per caso. Mai pesante, vero e toccante. Letteratura moderna con canoni classici e parti più sperimentali di altre. Il mestiere di scrivere insomma.
Frasi:

"Ogni cosa in questo paese è un omaggio a tutte le cose del mondo, comprese quelle che ancora non sono successe." (la parte di Fate)

"Tutti sappiamo cose che secondo noi gli altri non sanno." (la parte di Fate)

"Avere un'idea del mondo, in un certo senso, è facile, ce l'ha chiunque, in genere un'idea circoscritta al proprio villaggio, limitata al proprio pezzetto di terra, alle cose tangibili e mediocri che ciascuno ha davanti agli occhi, e quell'idea del mondo, meschina, ristretta, piena di sudiciume familiare, di solito sopravvive e acquista, col passare del tempo, autorevolezza ed eloquenza." (la parte di Arcimboldi)

"Ogni vita, per quanto felice, finisce sempre nel dolore e nella sofferenza." (la parte di Arcimboldi)

"A volte la realtà è puro desiderio."(la parte di Arcimboldi)

"Non ho molto tempo, devo respirare, mangiare, bere, dormire. Non ho molto tempo, devo muovermi al ritmo dell'ingranaggio. Non ho molto tempo, sto vivendo. Non ho molto tempo, sto morendo."(la parte di Arcimboldi)

martedì 25 febbraio 2020

Coronavirus

E' giusto preoccuparsi, per carità. Solo che ci preoccupiamo solo di quello che ci dicono, come se non ci fosse nient'altro. Non so, tanto per dirne una a caso, l'inquinamento fa 7/8 milioni di morti all'anno (non migliaia è, milioni). Però non frega niente a nessuno. Non abbiamo paura di uscire a fare jogging in città, sapendo che respiriamo più polveri cancerogene che ossigeno. 
E' solo che ogni tanto succede qualcosa che ti fa aprire gli occhi e ti viene la paura di morire. Perchè in fondo tutto si riduce a questo: la paura di morire. Mi sento di condividere un bel pensiero di Terzani che, da quando l'ho letto, anni fa, mi torna spesso in mente:
"...mi sono reso conto che non volevo una medicina per il mio cancro. Volevo una medicina per quella malattia che è di tutti, che non è il cancro, è la mortalità. La cura non esiste, non c’è la cura, perché questa malattia con cui nasciamo, la mortalità, è incurabile."
Tiziano Terzani