martedì 7 aprile 2020

American Psycho

American Psycho - Bret Easton Ellis

Un inno alla superficialità. Un libro crudo, pieno di leggerezza, sangue, erotismo, culto del nulla. Ma non è tutto come sembra. Un giovane yuppy, bello, ricco, psicotico, passa le giornate tra il lavoro, la palestra, i più costosi ristoranti di Manhattan, i locali più "in". Sesso, alcool, cocaina, coltelli, asce, violenza gratuita. All'inizio ho fatto fatica a seguire, il tutto sembra girare intorno agli abiti di lusso, intere pagine su dettagliate descrizioni di capi firmati e prodotti per la cura del corpo. Ma piano piano si entra nella logica del protagonista, impersonificazione della leggerezza e della superficialità con cui si attraversano le vicende della vita. Un abito firmato, una bottiglia di champagne, la testa segata via a una prostituta, sono vissuti alla pari. Una continuo alternarsi tra l'ostentazione di ciò che si possiede e il desiderio di ciò che non si ha; tra come ci si mostra agli altri e come si vorrebbe essere. Il protagonista è un broker di successo dedito al lusso o un serial killer? O entrambe le cose? Anzi no, forse è un broker che sogna di essere un serial killer,oppure un massacratore di donne che sogna di essere un ricco yuppy newyorkese... Nel libro non c'è una vera spiegazione, ci sono tracce, situazioni strane, cose che non tornano, ognuno si fa un'idea. Un libro che ho giudicato male all'inizio ma che si è riscattato durante la lettura. Certo un libro spinto, non adatto ai ragazzi. Dico sempre che in tutti i libri c'è l'autore, la sua visione delle cose, della vita, più o meno celata. Beh, dopo aver letto questo, caro Bret, sono felice di non dover uscire a bere qualcosa con te...

Nessun commento:

Posta un commento