Tempo - Guido Tonelli
Tonelli indaga sul significato di "tempo" e sul perché non si è ancora trovato un modo per governare o almeno comprendere questa forza. Io sono morbosamente attratto dai libri su questo argomento, perché il tempo è di gran lunga il concetto più astratto e incomprensibile della nostra esistenza, di sicuro della mia. E' un elemento fondamentale della nostra realtà, forse l'unico sul quale non possiamo in nessun modo intervenire, almeno nel macroscopico mondo che abitiamo. E' ciò che dà significato al ciclo della vita, alle nostre esistenza fatte di nascita-ossidazione-morte, ed è allo stesso tempo ciò che toglie ogni significato ai nostri sforzi, alle nostre aspettative, ai nostri sogni, giacché non abbiamo modo ne di rallentarlo né di fermarlo, tanto meno di invertirlo. Il libro scende a tratti nello specifico, descrivendo con minuzia, ma relativa semplicità, le interazioni tra particelle elementari, i legami tra tempo ed energia, il concetto di entropia e molto altro. Lo consiglierei a chi non si scoraggia davanti a passaggi che richiedono molta attenzione, è un testo più scientifico che filosofico. Tonelli arricchisce anche con divagazioni sul concetto di tempo nella letteratura, nella musica e nelle arti, il che alleggerisce i capitoli con taglio più tecnico.
"Ognuno di noi si lamenta dello scorrere del tempo e si angoscia all’idea che la sua esistenza possa finire troppo presto dimenticandosi che non abbiamo dovuto far nulla per entrare nel tempo delle generazioni. Un meccanismo biologico e materiale molto più grande di noi ha fatto sì che fossimo parte di questo lungo ciclo di alternanza di vita e di morte. Una volta entrati, per puro caso, nel ritmo delle genealogie, dovremmo solo occuparci di utilizzare bene il tempo che ci è stato gratuitamente messo a disposizione. Fossero anche solo pochi istanti."
"Un buco nero super-massiccio. Ormai risulta chiaro che ogni grande galassia ruota attorno a uno di questi oggetti così imponenti. Sembra quasi uno scherzo della sorte che le grandi trottole cosmiche, quelle che da sempre ci incantano, e che con il loro moto periodico e regolare hanno costruito la nostra visione del tempo, si siano aggregate attorno ai punti in cui il tempo non esiste. Il perno centrale, quello attorno al quale ruota imperturbabile la meravigliosa giostra del tempo, è vuoto di tempo."
"Si chiama entropia di uno stato la grandezza che misura il numero di stati microscopici corrispondenti allo stesso stato macroscopico. Gli stati a bassa entropia sono quelli determinati da un piccolo numero di combinazioni di stati microscopici equivalenti. Alta entropia significa che innumerevoli stati microscopici risultano indistinguibili sul piano macroscopico."
"Tutti gli organismi viventi comportano un consumo incessante di energia che di conseguenza fa crescere l’entropia dell’ambiente che abitano. Gli stessi meccanismi che consentono la vita ne segnano il destino perché provocano usura, invecchiamento e morte. Qualcuno si è divertito a giocare con il concetto: la vita è un salmone che va controcorrente. In questo nostro mondo, mentre i componenti elementari continuano imperterriti la loro frenetica esistenza, tutti gli oggetti macroscopici si logorano, si consumano e perdono pezzi. Rocce e montagne lo fanno molto lentamente, mentre il processo di degrado delle forme viventi, come piante e animali, è assai più rapido. È ancora la crescita dell’entropia a dominare il fenomeno."
"Il materiale organico è materia organizzata in una forma complessa, energivora e molto delicata. Perché i cicli vitali si mantengano, deve essere rinnovato e riparato di continuo. Il meccanismo può funzionare per qualche tempo, ma prima o poi la spinta all’aumento dell’entropia prevale. Qualche centinaio di anni al massimo per gli animali più longevi, qualche migliaio per alcune piante molto speciali, ma arriva per tutti il momento in cui le strutture organiche complesse, sempre più danneggiate, ormai copie sbiadite di quelle originarie, si ossidano irrimediabilmente. Il legame con l’ossigeno forma composti più semplici, quasi elementari, e soprattutto molto più stabili, che non hanno bisogno di energia per sopravvivere, cui corrisponde un’entropia di gran lunga maggiore. Nella nostra cultura di scimmie antropomorfe abbiamo dato un nome speciale a questo precipitare improvviso dei processi di ossidazione: morte."