lunedì 5 maggio 2025

La noia per Schopenhauer

"Che l’esistenza umana debba essere una specie di erramento emerge con sufficiente evidenza dalla semplice constatazione che l’uomo è una concrezione di bisogni, la soddisfazione dei quali, difficile da ottenere, non gli concede nient’altro che una condizione priva di dolore, nella quale è totalmente consegnato alla noia. Quest’ultima dimostra direttamente che l’esistenza in sé non ha alcun valore, poiché non è nient’altro che il sentimento della vacuità dell’esistenza stessa. Se infatti la vita – il desiderio per la quale costituisce la nostra essenza ed esistenza – avesse di per sé stessa un valore positivo e un reale contenuto, non potrebbe esserci la noia: la mera esistenza dovrebbe piuttosto appagarci e soddisfarci in quanto tale. Invece siamo portati a gioire della nostra esistenza solo in due circostanze: o quando aspiriamo a qualcosa, per cui la lontananza e gli ostacoli ci fanno apparire appagante la meta – illusione, questa, che svanisce non appena la meta è raggiunta – oppure quando ci dedichiamo a un’occupazione puramente intellettuale, nella quale però, in realtà, ci estraniamo dalla vita per contemplarla dall’esterno, come degli spettatori sui palchi. Persino il piacere dei sensi consiste in un incessante aspirare, e termina non appena è conseguita la rispettiva meta. Ogniqualvolta non ci troviamo in una di queste due situazioni ma siamo rimandati all’esistenza in quanto tale, veniamo sopraffatti dalla sua inconsistenza e nullità – e appunto questo è la noia."

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