lunedì 8 febbraio 2016

A lezione di fisica

Sette brevi lezioni di fisica - Carlo Rovelli

Un libretto che vola via in un paio d'ore. E parla di fisica, di cose enormi e piccolissime, complicate, ma ne parla come se ne parlerebbe fra amici (magari ogni tanto si parlasse anche di queste cose...). Un libro che non approfondisce nulla, niente formule, niente dettagli. Dopo, volendo, uno si procura altro materiale per approfondire, ma intanto si prende questa sventagliata di sempli-fisica e in un paio d'ore si riempie di cose tanto grandi che non le puoi contenere. E ti fa proprio bene. Per quel poco tempo che tieni in mano il libro capisci (ma poi purtroppo te lo dimenticherai di nuovo) che tutti i tuoi affanni e tutte le cose per cui ti sbatti nella giornata, o almeno la maggior parte di queste cose, e tutti i crucci e le paranoie che ti ficchi in testa, e il tuo futile (ma necessario) tentativo di riempire almeno il tuo tempo libero con qualcosa che ti appaga, tutte queste cose sono così poco. E l'altra cosa incredibile è che tutto questo caos, dalle particelle al cosmo, sembra muoversi rispettando alcune regole, e qualcuna di queste regole gli uomini l'hanno capita. Poi ne capiremo altre e forse la più importante delle rivelazioni sarà: siamo tristemente insignificanti in tutto questo... o forse no.
Comunque, il solo fatto che un libretto così ti ficchi in testa tante domande, per me gli fa meritare un 10 e lode. Leggetelo.

Scrive Rovelli: "Certo, ci vuole un percorso di apprendistato per digerire la matematica di Riemann e impadronirsi della tecnica per leggere quest’equazione. Ci vuole un po’ d’impegno e fatica. Ma meno di quelli necessari per arrivare a sentire la rarefatta bellezza di uno degli ultimi quartetti di Beethoven."

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