Lacrime e santi - E.M. Cioran
Il nichilismo di Cioran fa tappa nella cerchia dei santi. Dissertazioni su dio e presunte santità. Solo chi soffre e versa lacrime è in odore di santità. Dio è nulla, eppure necessario. Cioran è il re della negazione di ogni concetto. Chiedetegli se dio esiste e vi dirà di no, ditegli che non esiste e vi dirà che vi sbagliate. C'è del vero in ogni cosa e nel contrario di ogni cosa.
Frasi veloci e taglienti. Chi ha già letto Cioran sa: lapidario.
"Non la conoscenza ci avvicina ai santi, bensì il destarsi delle lacrime che dormono nel più profondo di noi. Soltanto allora, grazie alle lacrime, approdiamo alla conoscenza e comprendiamo come si possa diventare santo dopo essere stato uomo."
"I vagabondi, che si rifiutano di morire nel loro letto, si potrebbe dire che non muoiano affatto. Si muore soltanto distesi, in quella lunga preparazione con la quale chi vive sconta, goccia a goccia, la propria morte. Quando non c’è niente che ci leghi a un posto, che rimpianti si possono avere negli ultimi istanti? I vagabondi avrebbero dunque scelto la propria sorte per evitare nell’agonia la tortura dei rimpianti? Raminghi in vita, restano dei vagabondi in morte."
"Il mondo moderno ha ceduto alla seduzione delle cose finite."
"Signore, sei tu nient’altro che un errore del cuore, come il mondo è un errore della mente?"
"Si crede in Dio soltanto per evitare il monologo tormentoso della solitudine. A chi altri rivolgersi? Si direbbe che Egli accetti volentieri il dialogo e non ci serbi rancore per averlo scelto come pretesto teatrale dei nostri scoramenti."
"Più la memoria è fresca e in buona salute, meglio aderisce alle apparenze, all’immediato. La sua archeologia ci svela documenti su un altro mondo a discapito di questo."
"Tra il niente e Dio c’è meno di un passo, perché Dio è l’espressione positiva del niente."
"L’idea di Dio è la più pratica e la più pericolosa che mai sia stata concepita. Grazie ad essa l’umanità si salva o si perde."
"Vi siete mai guardati allo specchio quando tra voi e la morte non si frappone più niente? Avete interrogato i vostri occhi? Avete capito, in quel momento, che non potevate morire? Le pupille dilatate dal terrore vinto sono più impassibili delle piramidi. Una certezza nasce dalla loro immobilità, una certezza strana e tonificante nel suo lapidario mistero : tu non puoi morire. È il silenzio degli occhi, è il nostro sguardo che incontra se stesso, calma egizia del sogno davanti al terrore della morte. Quando questo terrore vi coglie, guardatevi nello specchio, interrogate i vostri occhi, e capirete perché non potete morire, perché non morirete mai. I nostri occhi sanno tutto. Imbevuti del nulla ci assicurano che niente ci può più accadere."
"Che cosa è Dio, se non un momento sul limitare della nostra distruzione? E che cosa importa se esiste o no, se per suo mezzo la nostra lucidità e la nostra follia si bilanciano e noi ci plachiamo avvinghiandoci a lui con passione assassina?"
"Quando siamo per strada, il mondo sembra più o meno esistere. Ma se guardiamo dalla finestra, tutto diventa irreale. Com’è possibile che la trasparenza di un vetro basti a separarci fino a questo punto dalla vita? In realtà, una finestra ci allontana dal mondo più del muro di una prigione. A forza di guardare la vita, si finisce per dimenticarla."
"Qualunque sia il livello della vostra cultura, se non riflettete intensamente alla morte siete un individuo dappoco. Un grande scienziato - che non sia nient’altro - è di molto inferiore a un ignorante che sia assillato dalle questioni supreme."
"L’imbarazzo che proviamo davanti agli infelici è l’espressione della nostra certezza che la sofferenza costituisce il segno distintivo di un essere, la sua originalità. Non si diventa, infatti, uomo grazie alla scienza, all’arte o alla religione, ma grazie al rifiuto lucido della felicità, alla nostra fondamentale incapacità di essere felici."