mercoledì 30 settembre 2015

Rattle that lock


Ultima creatura di Gilmour. E secondo me, musicalmente, la più pinkfloydiana. Ascoltato la prima volta mi è piaciuto. La seconda, la terza l'ho adorato. Ci sono almeno tre, quattro pezzi bellissimi, da ascoltare in silenzio, più volte. E con buona pace di tutti i criticoni che si attaccano sempre al "Barret o niente" o al "dopo Waters tutto schifo", io dico che non me ne frega nulla e un disco lo giudico senza guardare la storia e senza guardare avanti. Conta il presente. Se la musica di da emozioni, ha raggiunto il suo scopo. E così come mi è piaciuto "The Endless River", brani dell'epoca di "Division Bell", così mi piace un sacco questo lavoro di Gilmour. Cosa posso dire... quelle saturazioni così intense e quel languore che nessuno è così bravo a esprimere, a me piacciono tanto. Belli i pezzi strumentali e bellissime "Faces of the stone", "Dancing right in front of me" e "In any tongue". Preso in vinile, perché la grafica è molto ben fatta, i disegni dark e molto belli.



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