lunedì 23 novembre 2015

Liberi da cosa?

Libertà - di J.Franzen (Einaudi)
Alla fine devo dire: bello. Primo libro che leggo di Franzen. Piuttosto lungo, ma scorrevole, piacevole. Si riflette sulla libertà o sulla presunzione di libertà. Attraverso le vicende dei protagonisti conosciamo vari livelli di libertà, vari modi di intendere questo difficile concetto. La libertà non è un concetto oggettivo. Forse lo è solamente se riferito alla libertà di movimento nello spazio, nel senso di libertà "fisica". Tolto questo ci possiamo chiedere: che libertà cerchiamo? Libertà dalle regole? Libertà di pensiero? Libertà di parola? Libertà dai legami affettivi? E ancora: una volta che ci saremo liberati da una o più di queste cose, saremo liberi? Libertà è un concetto che non ci appartiene, uno stato mai sperimentato. Ogni libertà che pretendiamo, che ci prendiamo, limita quella di altre persone. Forse inseguiamo un valore egoistico. Ci liberiamo di qualcosa sacrificando qualcos'altro o limitando la libertà di qualcun altro, direttamente o indirettamente. Diceva Pessoa: "La schiavitù è la legge della vita. Certuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, ad altri ancora la schiavitù è imposta. L'amore codardo che tutti noi proviamo per la libertà è il vero indizio del peso della nostra schiavitù."... e ancora: "La libertà è strana, nuova, non siamo capaci di accoglierla, la rifiuteremmo. Perché la schiavitù e la noia sono dentro di noi e non in quello che ci circonda."

mercoledì 30 settembre 2015

Rattle that lock


Ultima creatura di Gilmour. E secondo me, musicalmente, la più pinkfloydiana. Ascoltato la prima volta mi è piaciuto. La seconda, la terza l'ho adorato. Ci sono almeno tre, quattro pezzi bellissimi, da ascoltare in silenzio, più volte. E con buona pace di tutti i criticoni che si attaccano sempre al "Barret o niente" o al "dopo Waters tutto schifo", io dico che non me ne frega nulla e un disco lo giudico senza guardare la storia e senza guardare avanti. Conta il presente. Se la musica di da emozioni, ha raggiunto il suo scopo. E così come mi è piaciuto "The Endless River", brani dell'epoca di "Division Bell", così mi piace un sacco questo lavoro di Gilmour. Cosa posso dire... quelle saturazioni così intense e quel languore che nessuno è così bravo a esprimere, a me piacciono tanto. Belli i pezzi strumentali e bellissime "Faces of the stone", "Dancing right in front of me" e "In any tongue". Preso in vinile, perché la grafica è molto ben fatta, i disegni dark e molto belli.



venerdì 25 settembre 2015

PROG

Finalmente una bella rivista che parla di musica progressive. Di carta. Capito bene? Di carta, da tenere in mano, sfogliare, odorare, piena di foto, immagini, copertine, recensioni, classifiche, consigli. Speriamo che le vendite possano garantire lunga vita a questo prodotto cartaceo, visto che molti altri tentativi sono durati poco. E speriamo che la continuità possa anche rendere un po' più abbordabile il prezzo di copertina. Dieci euro sono tanti, ma se siete estimatori di questo genere musicale, considerando che è un bimestrale, si può fare un sacrificio. Nei limiti delle proprie possibilità io penso sempre che i soldi spesi per le proprie passioni non siano mai buttati. Cioè, per intenderci: mangio un gelato in meno ma prendo un libro che voglio leggere. Io la vedo così.

mercoledì 23 settembre 2015

Hand Cannot Erase

Torna Steven Wilson, e io torno al negozio di dischi. E non resto deluso. Hand Cannot Erase è un concept album, preceduto da un blog che anticipa i temi del disco: crescita, scorrere del tempo, abbandono, delusione, nostalgia, ricordo. Protagonista femminile, mali senza sesso, trasversali. Non un concept album classico da ascoltare obbligatoriamente dall'inizio alla fine. I pezzi sono definiti anche a se stanti. Ma se ascoltato tutto ha un sapore diverso, ha un valore aggiunto. Vale la pena dare un'occhiata al blog e una letta ai testi tradotti. Tra tutti i pezzi per me svetta "Routine", ma è solo gusto personale. C'è prog, pop, elettronica, chitarre. Un disco vario e appagante. Malinconia e astrazione intervallate da pezzi con grande forza evocativa. Pollice su.

giovedì 3 settembre 2015

Life is a fear of falling

In Dream degli Editors è un disco bellissimo. A me ricorda un po' la musica elettronica anni '80. Alcune sonorità mi ricordano gli Alphaville di "Sounds like a melody". Se dovessi per forza accostarli a qualcosa di già sentito direi che il suono di questo disco somiglia a un incrocio fra Depeche Mode e Radiohead. Bellissimi pezzi rock/elettronici. Trascinante il singolo "Life is a fear of falling", ma tutti i pezzi meritano di essere ascoltati. Alcuni brani sono quasi danzerecci, ma fondamentalmente è un disco intimo. La voce è stupenda, riconoscibile. Atmosfere malinconiche che entrano in profondità.
Life is a fear of falling, life is a fear of falling through all the cracks...

martedì 7 aprile 2015

siamo due abissi

Noi non ci realizziamo mai.
Siamo due abissi:
un pozzo che fissa il cielo.

Fernando Pessoa

...vivere è morire

Vivere è morire, perché non abbiamo un giorno in più nella nostra vita senza avere, al contempo, un giorno in meno.

Fernando Pessoa

Tramonti

Viaggiare? A cosa serve viaggiare? Qualsiasi tramonto è IL tramonto. Non è necessario andarlo a vedere a Costantinopoli.

E quel senso di libertà che ci deriva dal viaggiare? Se la libertà non è in me non la troverò da nessuna parte.

Fernando Pessoa

lunedì 6 aprile 2015

Il libro dell'inquietudine

"Ciascun volto, anche lo stesso che abbiamo visto ieri, oggi è un'altro, perché oggi non è ieri. Ogni giorno è il giorno che è, e non ce n'è mai stato uno uguale al mondo."

"La schiavitù è la legge della vita. Certuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, ad altri ancora la schiavitù è imposta. L'amore codardo che tutti noi proviamo per la libertà è il vero indizio del peso della nostra schiavitù."

"La libertà è strana, nuova, non siamo capaci di accoglierla, la rifiuteremmo. Perché la schiavitù e la noia sono dentro di noi e non in quello che ci circonda."

"Tutto è noi e noi siamo tutto, ma a che serve questo se tutto è niente?"

"Credo che nessuno ammetta davvero la reale esistenza di un'altra persona."

"Vivo sempre nel presente. Non conosco il futuro. Non ho più il passato. L'uno mi pesa come la possibilità di tutto, l'altro come la realtà di nulla."

"Non si è mai vissuto tanto come quando si è pensato molto."

"Ho vissuto tanto senza aver vissuto! Ho pensato tanto senza aver pensato! Mondi di violenze immobili, di avventure trascorse senza movimento, pesano su di me. Sono stanco di ciò che non ho mai avuto e che non avrò, stanco di dei che non esistono. Porto com me le ferite di tutte le battaglie che ho evitato."

"...non so se esisto, sento che è possibile che io sia il sogno di qualcun'altro."

"Alcuni hanno un grande sogno nella vita e mancano quel sogno. Altri non hanno nella vita nessun sogno e mancano anche a quel sogno."

Fernando Pessoa

martedì 31 marzo 2015

DyD

Datato? Cambiato in meglio? In peggio? Antico? Modernizzato? Appassionante? Noioso? Non so. Tutte queste cose o nessuna di queste. Ma tra alti e bassi, anche con lunghi periodi vuoti, è l'unico fumetto che continuo a leggere con piacere. Con rinnovato piacere! Viva Dylan Dog.

giovedì 29 gennaio 2015

...per essere liberi bisogna avere tempo

Perché lottiamo per essere liberi e non mi stancherò mai di spiegare che per essere liberi bisogna avere tempo: tempo da spendere nelle cose che ci piacciono, poiché la libertà è il tempo della vita che se ne va e che spendiamo nelle cose che ci motivano. Mentre sei obbligata a lavorare per sopperire alle tue necessità materiali, non sei libera, sei schiava della vecchia legge della necessità. Ora, se non poni un limite alle tue necessità, questo tempo diventa infinito. Detto più chiaramente: se non ti abitui a vivere con poco, con il giusto, dovrai vivere cercando di avere molte cose e vivrai solo in funzione di questo. Ma la vita se ne sarà andata via… Oggi la gente si preoccupa di comprare, in una corsa infinita […].E allora non ha più tempo per le cose elementari, che sono molto poche e sono quelle di sempre, le uniche: le relazioni fra genitori e figli, l'amore, gli amici… Per tutto questo c'è bisogno di tempo!” José Pepe Mujica

La natura è il mio altare

“Io credo molto nella natura, adoro la natura. Se è Dio, allora questo è il mio Dio: l'amore che ho per la natura, l'ammirazione, direi persino la devozione. La natura è il mio altare: le anatre parlano, le foglie parlano, la natura biologica è un permanente canto alla vita… e alla morte, tutto insieme. Ci sono persone che credono che vivendo nel campo ci sia solitudine; ma la solitudine è dentro di loro! Lì non esiste solitudine, il campo è l'emporio della vita, che va e viene, un luogo in cui tutto fa segno, ogni cosa manda segnali. Il problema è poterlo vedere, permettere che ti raggiunga: ogni fogliolina, i trifogli, tutto si sta accomodando per trovare il miglior angolo d'incidenza. Questa è magia, una magia permanente. Esiste il mondo dell'idrogeno, il mondo minerale, ed esiste il mondo biologico, fatto di mondo minerale. L'universo è prevalentemente minerale, fisico e silenzioso, pieno di energia. La vita è un miracolo. Non ci rendiamo conto che nella magnificenza dell'universo a noi è toccato vivere in una macchietta di terra”. José Pepe Mujica

martedì 20 gennaio 2015

Dischi

Un disco comprato un po' per caso, inserto dell'interessante XL di repubblica, rivista che, in quanto interessante, ha naturalmente dovuto chiudere i battenti e continuare la sua vita solo sul web. Un disco bellissimo, ancor di più se leggete Dylan Dog o vi piacciono le atmosfere misteriose, un po' lugubri, i racconti (anche di vita) senza lieto fine. I Secondamarea sono un duo, voce femminile accompagnata da chitarra o tastiere. I testi di Sclavi sono molto veri, evocativi, intrisi di quella tristezza di chi non può capire il mondo, il tempo, la bassezza umana, il diverso. Bellissime ballate, alcune che stupiscono e ti si incollano addosso subito, come "Sfera" o l'inquietante primo pezzo del disco con la sua atmosfera liquida, cupa e poche parole:
"Nella notte fredda e scura, chi ha paura, chi ha paura?
Ha paura il mio bambino di incontrare l'assassino.
Ha paura l'assassino di incontrare il suo destino."

David Foster Wallace

"...il volto che do a quel terrore è la nascente consapevolezza che nulla è mai abbastanza, mi spiego? Che il piacere non è mai abbastanza, che ogni traguardo raggiunto non è mai abbastanza. Che c’è una sorta di strana insoddisfazione, di vuoto, al cuore del proprio essere, che non si può colmare con qualcosa di esterno. Secondo me funziona così da sempre, fin da quando gli uomini primitivi si picchiavano con le clave. Anche se si può descrivere in mille parole e in mille gerghi culturali diversi. E la sfida che ci si prospetta, in particolare, sta nel fatto che non c’è mai stata così tanta roba, e di qualità tanto alta, proveniente dall’esterno, che sembra tappare provvisoriamente quel buco, o nasconderlo."

Dischi

Il rock progressivo si è gradualmente spento con l'inizio degli anni '80 lasciando spazio al pop, al rock più melodico o più cattivo, e comunque alla forma canzone più semplice (tipo intro, sviluppo, ritornello orecchiabile, rientro, ritornello, ecc.). L'epoca per rock progressivo è stata una parentesi felice dove si mischiavano gli strumenti elettrici con quelli classici, dove la chitarra elettrica e le tastiere convivevano con violini e flauti, dove le canzoni erano storie, in continuo crescendo, con testi complessi e fantasiosi che spesso si rifacevano alla letteratura classica. Oggi, all'inizio del terzo millennio, pochi sono i musicisti che ancora percorrono e sviluppano quell'idea e quel modo di comporre. Uno di questi è Steven Wilson, uno di quelli che a mio parere ci riesce bene e che mescola bene evocative atmosfere e potenza sonora. Nel 2014 ha pubblicato questo bellissimo disco "The Raven that refused to sing". Un gran bel disco che mi sento di consigliare. Un disco che va ascoltato più volte, non fidatevi della prima impressione. Spesso il meglio richiede un po' più sforzo. E vi consiglio anche di vedere i bellissimi video che accompagnano alcuni brano contenuti nel disco, bellissimi.

 

Concerti

I Van Wagner propongono, secondo il mio modesto parere, una valida riproduzione degli anni d'oro dei Genesis. Ascoltarli e vederli è un piacere. Spettacolo curato nei minimi dettagli, grande atmosfera e perizia. Bel concerto, in un piccolo teatro e battesimo rocchettaro di qualità per mia figlia...